1. |
Lisbona
02:10
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Ho dormito per tutto il viaggio, mentre volavo verso Lisbona.
Non ricordo quanto sia durato, ma finalmente ero lontano.
Scioglieremo i nodi e bruceremo tutto.
Quando siamo atterrati, faceva molto caldo e saremmo rimasti ancora un minuto
a guardare le onde spezzarsi, come ogni nostra speranza.
Quando siamo tornati, ad aspettarci non c’era nessuno.
Quanto fa male mentre ti guardi in una vecchia foto, scattata a Lisbona.
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2. |
Come in quell'alba
01:55
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Se ancora penso alle luci delle case (che) spegnevano i miei pensieri più lontani nelle ore passate in auto, con l'aria fredda sul viso: mi hanno cambiato, come l'attesa del tuo ritorno.
Ho lasciato che la tua voce scorresse tra i rami del nostro albero stesi sul marciapiede.
Ho perso l'inizio dei tuoi discorsi mentre guardavo lontano.
Ho perso l'inizio dei tuoi discorsi come in quell'alba di giovedì.
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3. |
Di giovedì
01:31
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Ma se ancora oggi trovo in te i colori di ieri, è perché sono ancora lo stesso attore di quando ero bambino.
Userò le parole, lasciate sulle finestre di casa, per accarezzare la voglia di essere ancora una volta lì vicino a te.
Lì vicino a te.
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4. |
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Stringete il filo dell'intolleranza che avete annodato attorno al collo, vi fa tenere alta la testa vi fa staccare i piedi da terra.
Vi permettete di camminare tra le persone convinti di essere migliori degli altri.
Con le parole vi sentite forti, vi fanno sentire persone importanti, come se tutti vi volessero sentire o avessero tutti qualcosa da dire.
Ma basta poco per dimenticarsi di quel filo annodato attorno al collo, che vi si stringe, forte alla gola, e non sai cosa fare. Non puoi respirare.
Un passo di troppo, trovarsi sospesi, lontani da terra e lontani dagli altri.
Siamo soffocati dal pregiudizio che sia sempre colpa di qualcun altro.
Abbiamo insegnato l'odio - Lividi e bugie!
Convinti che fosse giusto - Sparare e ferire!
Volendo aver ragione - A odiare e mentire!
Io, non vi crederò mai.
No, non mi volterò dall'altra parte.
Fingendo, che in fondo, sia giusto.
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5. |
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Come ogni anno sono tornato a casa a fine Agosto.
Tra le colline, le spiagge, le luci degli alberghi ho ritrovato la calma che qui non raggiungo mai.
Come ogni anno sono tornato in quel posto dove il tempo mi riporta indietro a quindici estati fa.
Il mare ormai lo guardiamo soltanto da una collina in campagna;
abbiamo preso in prestito mille accendini e bruciato la noia del tempo che passa, quando non vorresti.
Quando non vorresti che finisse mai.
Attimi senza memoria, momenti lontani dal tempo.
Come i castelli di sabbia, sono caduti col vento.
Le luci di questa città, si sono spente per sempre.
Le onde ci hanno portato dove non si tocca coi piedi e l'acqua diventa più scura più siamo lontani da riva.
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